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Torta Nicoletta con carote e mandorle

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Torta Nicoletta con carote e mandorle

ricetta di Fata Nicoletta (4 marzo '16)

Features:
  • Extra: salute
Cuisine:
  • Easy

Directions

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Diverse forme,
diverse occasioni…
stessi ingredienti!
   

Assaggiata questa meraviglia ho chiesto a Nicoletta di sposarmi!
Lei mi disse che ci pensava.

Flavio Pedrotti Moser


Ingredienti

  • 50g di farina “0”
  • 300g di carote
  • 80g di mandorle pelate
  • 180g di zucchero di canna Demerara
  • 3 uova
  • 1/2 bustina di lievito per dolci
  • 1 cucchiaino di buccia di lime non trattato*
  • la buccia di un cedro non trattato*
  • zucchero a velo

 

Come ha fatto

Ha pelato le carote dell’orto paterno, le ha grattugiate e quindi le ha messe in una ciotola con la buccia grattugiata di lime.
Ha tritato le mandorle assieme allo zucchero e le ha versate nella ciotola mescolando delicatamente.
Ha poi aggiunto le uova una per volta incorporando bene prima un uovo e poi l’altro. Infine ha unito la farina e il lievito, ha spruzzato zampilli di buccia di cedro e ha mescolato fino ad ottenere un impasto omogeneo.
Ha versato l’impasto in uno stampo per torte oliato e cosparso di pangrattato per evitare che il dolce si appiccicasse durante la cottura (io avrei usato la carta da forno ma non ho osato dirlo perché temevo una di quelle occhiate erosive) e lo ha lasciato cuocere nel forno già caldo a 180° per circa 25′ minuti.
Ha dunque lasciato intiepidire la torta, l’ha tolta dallo stampo e l’ha spolverizzata con lo zucchero a velo.
L’ha lasciata raffreddare, ha tagliato una fetta e me l’ha servita con un sorriso irresistibile. Poi io mi sono tagliato una seconda fetta, poi una terza… e così via… infine tra gli ultimi bagliori del crepuscolo ci siamo rilassati sul divano…

Abbinamento ad un vino dolce

Doveva essere uno stuzzichino di torta con the verde e zenzero… Qualcosa però sfavillava nella testa e adottando l’espressione del gatto furbetto ho sbirciato il visetto di Nicoletta che scagliava delicatezza e sensibilità, sensualità e dolcezza, così le ho chiesto se occasionalmente serbasse in credenza qualche prelibatezza vignaiola da abbinare al dolce…
Prima ha tergiversato, poi spostandosi come un sonnambulo in un nanosecondo ha messo sul tavolo una bottiglia di Mandolaia di LaVis, vendemmia tardiva, spiegandomi che nei vigneti di montagna le uve che compongono il suo blend (Chardonnay, Riesling, Renano, Traminer e Sauvignon) sono fatte appassire naturalmente sulle viti sfruttando i naturali sbalzi termici ed il freddo di fine autunno. È così che nasce l’ambrosia, mi dice… Ed è così che si beve, le dico io, proponendole un brindisi silenzioso e carezzandole il viso…


* Nota di Cucina Amore Mio:
dato che sia il “lime” sia il “cedro” si trovano con molta difficoltà “non trattati”, conviene – a discapito del loro profumo – mettere i frutti sotto l’acqua calda del rubinetto strofinandoli con uno spazzolino con molto vigore, tamponarli bene con carta-cucina e solo allora grattarne la parte colorata della buccia con una”microplane” (la raspa…).

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